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PER UNA MAIEUTICA DELL'ARTE


L'idea di scultura, nell'opera di Marisa Marconi, é un'idea di
maieutica. Da un lato è penetrazione della materia e disvela-
mento delle sue forme nascoste, dall'altro é reimpossessa-
mento, attraverso il loro plastico configurarsi, di quel com-
plesso di conoscenze che concerne la sfera della sua e di
ogni altra personalità.
Va dunque riconosciuto all'artista il privilegio di portare allo
scoperto queste conoscenze latenti, ma va anche detto che
la fase del rispecchiamento dell'artista nel prodotto della sua
creatività, cioè il suo identificarsi con la propria arte, presenta
un rischio e uno stimolo. ll rischioé che l'artista, preda di una
sorta di autoipnosi al cospetto del frutto del suo impegno fan-
tastico, si lasci blandire dalle lusinghe di quel narcisismo che,
nel mondo dell'arte, é debolezza più frequente di quanto si
creda. Lo stimolo, invece, consiste nel considerare ogni
opera d'arte come un hortus conclusus, cioè un unicum dota-
to di una propria autonomia espressiva e, dunque, irripetibile,
ma per ciò stesso - e non sembri un paradosso - da tenere
presente come punto di partenza, come un modello.
Nelle sculture presenti in questa piccola selezione di opere di
Marisa Marconi é possibile, ad una minima osservazione, tro-
vare riscontri alle osservazioni di carattere metodologico che
abbiamo fin qui esposte. Si veda "Il bacio di Giuda": l'idea di
una scultura che nasce da se stessa, per partenogenesi, é
così evidente da non richiedere troppe analisi filologiche.
Basti rilevare l'essenzialità dell'intervento dell'artista, ma
anche la sua straordinaria attitudine a cogliere il momento
lancinante dell'evento. Il Cristo, che sa di essere tradito, si
lascia abbracciare dal suo delatore fino a consustanziarsi nel
corpo dell'altro. Di segno uguale e contrario, nel senso che
abbiamo più sopra chiarito, é la scultura intitolata
"Identificazione dell'essere". Qui, il principio di una maieutica
dell'arte trova la sua più alta consacrazione icastica: due figu-
re soggiogate da un dominus, una delle quali tenta disperata-
mente di riconquistare la propria individua personalità.
La scultura ha una sua peculiarità drammatica che la Marconi
sapientemente accentua nello scavo tormentato dell'epider-
mide lignea, nella plastica e pur enigmatica definizione delle
figure. Se lo spazio ce lo consentisse potremmo continuare
nell'analisi delle opere qui esposte,
ma dobbiamo limitarci ad una considerazione di carattere
generale, che abbraccia anche la produzione pittorica e grafi-
ca di questa artista. Come anche dimostrano 1 suoi dipinti
dove il senso dello spazio é affidato unicamente alle tessiture
del colore, ai loro rapporti tonali e atonali, ai "vuoti" bianchi
che fanno da contrappunto alle stesure cromatiche, tutta
l'opera di Marisa Marconi, quindi, anche le belle incisioni qui

esposte, si connota per l'innata attitudine dell'artista a tradur
re i processi di elaborazione dell'idea in immagini di forte
impronta espressionista, la cui chiave di lettura impone a tutti
noi uno sforzo di immedesimazione.

IMAGE Imgs/marisa.marconi02.gif

IMAGE Imgs/marisa.marconi03.gif

"vertigini",1996
legno di olivo
cm 115x33x20,50

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Carlo Melloni